sabato 19 maggio 2018

Corriere 19.5.18
«Una legge per fermare sessismo, omofobia e squadrismo digitale»
Boldrini: sui diritti civili l’Italia è indietro
di Monica Guerzoni


Laura Boldrini, ex presidente della Camera, ha iniziato la sua legislatura da deputata di Leu presentando — tra le altre — una proposta di legge contro l’omofobia. Oggi sarà alla manifestazione di Milano, assieme al gruppo dei Sentinelli: «Voglio esserci, per portare la mia solidarietà a Luca Paladini e alla sua organizzazione, che si batte contro l’odio e le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e per liberare la rete dallo squadrismo digitale».
Il suo slogan?
«Basta odio, basta sessismo, basta omofobia. Nonostante il passaggio storico della legge sulle unioni civili, l’Italia è ancora molto indietro rispetto ad altri Paesi europei sull’attuazione delle politiche di uguaglianza che proteggano le persone LGBT. Un Paese civile non può rimanere senza una legge contro l’omofobia».
In un Parlamento spostato verso destra, ci saranno i numeri per approvare la sua proposta?
«Nel 2007 il Parlamento europeo invitava tutti gli stati membri a fare leggi che superassero le discriminazioni. Quella che io ho presentato il primo giorno di legislatura sanziona proprio le condotte finalizzate alla discriminazione in base all’identità sessuale delle persone».
Come giudica il contratto di governo sul piano dei diritti civili?
«Non c’è traccia dei temi che mobiliteranno le persone oggi a Milano. Una grave e colpevole sottovalutazione. Se mai M5S e Lega riusciranno a fare questo governo io temo una deriva oscurantista sui diritti. La legge che introduce il divieto di omofobia, transfobia e altre discriminazioni riferite all’identità sessuale deve essere una bandiera di tutte le persone libere e democratiche, per la quale fare una battaglia in Parlamento, ma anche sulla rete e nelle piazze».
Con quale animo aspetta la nascita del governo Di Maio-Salvini?
«Con preoccupazione, ho timore che possano fare danni. Temo che questa compagine non sia all’altezza di un Paese del G7. Temo anche una campagna elettorale permanente, nel loro stile. E, non da ultimo, non so verso quale orizzonte internazionale ci porteranno. Questa Europa ha tanti difetti, va rinnovata e cambiata ma in modo costruttivo, per renderla migliore, più vicina ai bisogni delle persone. Mentre il loro atteggiamento confuso e ondivago rischia di metterci all’angolo nei tavoli dove si decide».
Da dove riparte la sinistra?
«Si riparte laddove la sinistra dovrebbe essere più presente, cioè dalle periferie. Coinvolgendo tutti quei mondi che nelle ultime elezioni non si sono sentiti rappresentati. Parlo dei giovani, delle associazioni, della rete dei sindaci, del mondo femminista, ecologista e LGBT».
Nuovo centrosinistra, con Partito democratico e Leu uniti?
«È un rinnovamento autentico, reale, concreto di tutto l’arco progressista. Per riconquistare fiducia ed entusiasmo non basta mettere insieme chi ha perso. In questo tempo in cui si consolida un bipolarismo 5Stelle-Lega, il mondo progressista non si salva se va alla spicciolata».
Ha sbagliato Renzi a stoppare il tentativo di un governo Pd, M5S e Leu?
«Il dialogo va sempre tenuto aperto. Però ritengo giusto, dal punto di vista istituzionale, che chi ha avuto più voti pur non vincendo le elezioni provi a fare il governo».
Roberto Fico farà bene il presidente della Camera?
«Spero che Fico garantisca imparzialità e che sappia valorizzare l’istituzione. La Camera non è una scatoletta di tonno da aprire, ma è il cuore della democrazia italiana».