Il Fatto 28.3.18
“M5S-Lega, prima si tratta e poi si governa assieme”
Gianfranco Pasquino. Il politologo: “Occorre tempo per un accordo”
di Lorenzo Giarelli
“Ci
vorrà tempo”. Ma il tempo, in questi casi, aiuta. Cambia gli umori di
eletti e elettori, fino a rendere possibili scenari che sembravano
irrealizzabili. Ne è sicuro Gianfranco Pasquino, politologo e Professore
Emerito di Scienza politica nell’Università di Bologna. Chiuso
l’accordo sulle presidenze delle Camere, c’è chi adesso dà per certo
un’intesa tra Lega e Movimento 5 Stelle anche per la formazione di un
governo.
Professor Pasquino, secondo lei si arriverà a un’intesa?
Le
presidenze delle Camere e il governo sono due partite separate, ma il
risultato della prima mi fa pensare che Lega e 5 Stelle arrivino alla
seconda con qualche vantaggio in più. In questo momento però credo che i
giochi non siano fatti. Dovessi dire una percentuale, sarebbe un 50 e
50.
Ma a Salvini e Di Maio converrebbe? Non perderebbero parte del proprio elettorato?
I
passaggi di questa trattativa non sono banali, servirà un po’ di tempo.
Ma più tempo passa e più sarà facile accettare un accordo. E non
dimentichiamo che le basi condividono una forte critica alla politica
tradizionale, quella che ha dimenticato parti del Paese che Lega e 5
Stelle hanno saputo intercettare.
In ogni caso Salvini dovrebbe rinunciare a Berlusconi.
Non
credo che i 5 Stelle accetterebbero mai di stare con Berlusconi. Se
facessero un governo con Forza Italia, gli elettori grillini sarebbero
sconvolti, oltre che molto preoccupati. Dopo tutto quello che gli hanno
detto in questi anni – spesso a ragione – non se lo possono permettere.
Anche perché sono stati determinati per la sua ultima sconfitta
politica, con il veto su Paolo Romani alla presidenza del Senato.
Nei programmi di Lega e 5Stelle però ci sono parti poco conciliabili.
Mi
sembra che i 5 Stelle abbiano un po’ alzato il piede dall’acceleratore
sul tema del reddito di cittadinanza, così come la Lega potrebbe
rinunciare alla flat tax. Una discriminante sarebbe il tema dell’Europa:
se il Movimento accettasse una linea più sovranista, dovremmo
aspettarci una reazione da parte degli organismi internazionali. A
questo si collega la gestione dell’immigrazione, su cui comunque i 5
stelle mi sembrano più malleabili rispetto a Salvini. Detto questo, è
evidente che un programma comune nasca dai negoziati: sforbiciate, copia
incolla, compromessi.
Entrambi i leader dovrebbero rinunciare a fare il premier?
Salvini
credo abbia meno problemi. Di Maio alla fine potrebbe anche farsi da
parte, condividendo la scelta di una terza persona con il leghista.
Ci sono alternative, se non il ritorno al voto?
No,
se il Partito democratico rimarrà ancora seduto sulla riva del fiume ad
aspettare. I cadaveri dei nemici non stanno passando: passano soltanto
gli elettori che chiedono conto di questo immobilismo.
I dem sperano che Lega e M5S vadano a sbattere.
Mi
pare difficile che si schiantino, perché l’intesa potrebbe anche non
valere per tutta la legislatura e non è detto che gli elettori valutino
in maniera negativa quanto faranno Lega e 5 Stelle. Il Pd fa opposizione
a un governo che non esiste. Forse sperano che durante le consultazioni
possano tornare in gioco, sempre che allora siano ancora vivi. Non è
vero, come continuano a ripetere i dem, che gli elettori li hanno
mandati all’ opposizione: gli elettori hanno bocciato gli ultimi
governi.
Occorre superare Renzi?
Anche in questo caso serve
tempo, anche perché gran parte del partito è lì grazie a Renzi e ancora
non se la sente di mollarlo. Non credo manchino le persone capaci di
prendere in mano il cambiamento, manca solo un po’ di coraggio.