il manifesto 23.2.18
«Fermare i fascisti con la cultura. E quando serve con la polizia»
La
presidente dell'Anpi. Carla Nespolo e la manifestazione di sabato 24 a
Roma. «Preservare l'unità antifascista, anche dopo le elezioni. Aver
dovuto ritirare l’adesione al corteo di Macerata è stata una ferita,
quel giorno è venuto fuori il cuore antifascista di questo paese»
Carla Nespolo con Susanna Camusso, Francesca Chiavacci e Luigi Ciotti
di Andrea Fabozzi
Corteo
ecumenico? «Niente affatto», risponde Carla Nespolo, presidente (la
prima donna e la prima non partigiana) dell’Anpi. «Sabato a Roma in
testa ci saranno i partigiani, i deportati e i perseguitati politici. E
poi le 23 organizzazioni che hanno sottoscritto il documento Mai più
fascismo che chiede una cosa precisa: lo scioglimento delle
organizzazioni neofasciste. Per la verità avevamo chiesto anche che
CasaPound e Forza Nuova non fossero ammesse alle elezioni, l’ho riferito
proprio io a Minniti. Invano».
Pensa che la risposta repressiva sia la più efficace?
Non
è la più efficace, contro il fascismo serve innanzitutto la conoscenza.
Ci vuole un ruolo più incisivo della scuola, dove molto spesso la
storia della seconda metà del Novecento, della Resistenza e
dell’antifascismo è negletta. Anche per questo l’Anpi è impegnata a
portare nelle classi la storia e la memoria. Detto questo, quando hai i
fascisti che accoltellano per le strade serve innanzitutto che la
polizia li arresti.
Fanno paura?
Vorrei essere molto chiara,
io non ho paura che il fascismo possa tornare a opera di questi piccoli
gruppi di sconsiderati che rappresentano un’esigua minoranza. Temo
molto di più l’indifferenza generale.
Il ministro dell’interno ha spiegato di aver fermato gli sbarchi di immigrati per impedire gli episodi di violenza razzista.
Tesi
assolutamente non condivisibile. Bisogna fermare le guerre invece,
altrimenti la gente non ha alternative a scappare dalle bombe e dalla
fame. E bisogna accogliere e integrare. Si potrebbe fare a livello
europeo, se l’Europa mettesse al centro la dignità delle persone e non
l’economia.
La manifestazione di domani è una riparazione per la
mancata adesione ufficiale di Anpi, Arci, Cgil e Libera a quella di
Macerata del 10 febbraio?
Non è una riparazione, è una
manifestazione di ben altra portata nazionale. Comunque non mi nascondo,
aver dovuto ritirare la nostra adesione è stata una ferita.
La manifestazione c’è stata e non è stata piccola.
Sì,
ma la città è rimasta sostanzialmente estranea. Si può capire, dal
momento che la paura era ancora forte, paura che il sindaco ha molto mal
governato. In ogni caso quella manifestazione ha dimostrato, ancora una
volta, che in questo paese c’è un cuore antifascista spontaneo con il
quale noi dell’Anpi vogliamo metterci in connessione. Spero che molti di
quelli che sono stati a Macerata il 10 febbraio siano anche domani a
Roma.
Chi non ci sarà magari teme un antifascismo da campagna elettorale.
Mi
rendo conto che siamo a una settimana dal voto, ma non potevamo
spostare ancora la data. In ogni caso il nostro è un antifascismo di
lunga lena e saremo fermi e incalzanti con tutti. Dopo il 4 marzo c’è il
5 e i rischi di involuzione democratica nel nostro paese non
spariranno. Così come temo non spariranno i distributori a piene mani di
odio razzista.
Il Pd che metteva dubbio la rappresentatività
dell’Anpi, quando eravate per il No al referendum costituzionale, adesso
però vi esalta.
Non so se il Pd esalti l’Anpi e questa polemica mi interessa zero.
Mettiamola così: le fa piacere che abbiano cambiato idea?
Non
mi fa piacere e non mi dispiace. Siamo in un’altra fase. Sono stata ben
contenta che abbia vinto il No, anzi sono stata parte attiva perché
l’Anpi prendesse quella posizione. E oggi sono contenta di conservare il
baluardo sicuro della nostra Costituzione nata dalla Resistenza. Con
quel voto il popolo italiano ha dimostrato di tenere alla sua Carta, pur
nella disillusione politica di questi tempi. Oggi però il tema non è
questo. Il tema è battere il fascismo rimontante.
Con tutti?
Con
tutte le forze onestamente antifasciste, l’esigenza di unità è più alta
di qualsiasi polemica tra partiti e organizzazioni. Le dirò che se
venisse anche qualcuno di Forza Italia convintamente antifascista io
sarei contenta. Noi porteremo le nostre richieste e la voce del popolo
antifascista sul tavolo di chiunque governerà. Continuiamo a raccogliere
le firme al nostro appello e intendiamo celebrare degnamente il 70esimo
della Costituzione con un’altra grande manifestazione, il 2 giugno.