il manifesto 18.2.18
«Un altro 4 dicembre è possibile», con ironia
Lidia
Menapace. Partigiana sempre, oggi candidata con Potere al popolo, «gli
unici a sperimentare pratiche di democrazia diretta», mette in guardia:
«L’estrema destra oggi è più pericolosa perché la crisi strutturale
globale del capitalismo offre un enorme spazio di azione»
di Tommaso Di Francesco
Lidia
Brisca Menapace, 94 anni – «Ma per favore non compatitemi» ripete
divertita con capriccio – partigiana sempre, dalla lotta di Liberazione
fino alla manifestazione di Macerata di sabato 10. Sull’esperienza
partigiana ha scritto due libri molto belli, Io partigiana. La mia
Resistenza e Canta il merlo sul frumento (ed Manni). È stata impegnata
nei movimenti cattolici progressisti e ha vissuto il fermento del
Sessantotto; è stata docente all’Università Cattolica di Milano, dove
per un documento «per una scelta marxista» non le fu rinnovato
l’incarico universitario. Ha collaborato alla rivista Il Manifesto,
partecipando alla nascita del gruppo politico e poi del quotidiano il
manifesto, sul quale ha scritto a lungo; nel 2006 è stata eletta
senatrice con Rifondazione Comunista (fu indicata come presidente della
Commissione Difesa, ma non fu eletta per le sue posizioni pacifiste:
definì le Frecce tricolori «uno spreco, fanno baccano, inquinano e vanno
abolite. Meglio il vino Tocai»). Sui contenuti di scuola, femminismo,
non violenza, pacifismo, autonomia dei movimenti è considerata
politicamente una «anticipatrice». A Lei che ha deciso di candidarsi
nelle liste di Potere al popolo abbiamo voluto rivolgere alcune domande.
Perché,
tu che pure hai già avuto una lunga esperienza politica e anche un po’
parlamentare, hai deciso di candidarti di nuovo e, immagino, con il tuo
tradizionale appassionato impegno personale?
In Parlamento
veramente ho fatto solo meno di mezza legislatura, poi è stata
interrotta, ma non importa molto la mia vicenda elettorale, in genere,
cui ho sempre dato solo una utilità strumentale, cioè come a un luogo
dal quale si può fare politica più efficacemente, mi è stata chiesta una
opinione su Potere al popolo: mi sono espressa con entusiasmo
favorevolmente, e mi è stata offerta la candidatura che ho volentieri
accettato, mi riprometto di fare il possibile: può ripresentarsi un
altro 4 dicembre (la vittoria del No al referendum costituzionale del
2016), dato che ironia e autoironia che considero essenziali sono
coltivate pure dalla «capa» di Potere al popolo, Viola Carofalo.
Perché
con Potere al popolo (Pap)? Che cosa rappresenta questa esperienza,
mentre la sinistra che abbiamo conosciuto è scomparsa e quella nuova è
già divisa? Che cosa la distingue da LeU?
Pap mi si è presentata
come una forma politica (unica in questa tornata) che cerca di
sperimentare pratiche di democrazia diretta, fuori dalle strettoie e
confusioni che ormai pervadono le varie forze politiche, anche se
chiamarle forze e per di più politiche sembra uno scherzo di cattivo
gusto: chi vi potrebbe riconoscere la straordinaria invenzione che il
partito politico di massa fu? LeU, pur con tutto il rispetto che i suoi
rappresentanti meritano, non è attrattivo, personalmente poi ero
favorevole a un altro candidato, quando fu messo a capo dell’antimafia,
ero per Caselli. Può darsi che un risultato inatteso, come fu quello del
4 dicembre 2016 sia possibile e sarebbe segno che chi legge la realtà
dei grandi e piccoli strumenti di informazione non sappia più leggere o –
peggio – sappia il potere che ha per non far leggere la realtà
complessa in cui viviamo.
Che Italia ci lascia l’esperienza di governo del Pd, e in particolare il premierato di Matteo Renzi?
Mi
sembra che la risposta migliore sia stata data dallo slogan gridato a
Macerata: «E se ci sono così tanti disoccupati, la colpa è del governo, e
non degli immigrati».
Torna la destra estrema fascista sull’onda
della xenofobia e di un razzismo che si alimenta della campagna contro
l’«invasione» dei migranti. Perché non si parla mai delle responsabilità
delle guerre e della nostra economia di rapina, all’origine della fuga
epocale di milioni di esseri umani?
Le migrazioni di popoli (così
si dovrebbero chiamare) non sono un fenomeno emergenziale, ma una
costante della storia umana fin dai Longobardi, da Attila e non aver
saputo dare una risposta è segno di una assoluta incapacità di
individuare la responsabilità degli imperialismi (dei vari imperialismi
da Roma in qua) per ideologizzare e conquistare i popoli sottomessi. Non
esistono razze umane, ma solo razze animali e persino in quelle le
razze pure non sono le migliori: una quota di bastardaggine giova,
Hitler aveva torto persino a proposito di razze pure.
L’estrema
destra fascista in Italia era già forte negli anni Settanta e Ottanta,
dalla violenza squadrista ai moti di Reggio Calabria, alle stragi, fino
ad influenzare i governi Dc. Che cosa la fa ora più pericolosa? Forse la
svolta di Salvini: dal leghismo secessionista alla guida del
risentimento xenofobo etnico-nazionale?
Oggi è più pericolosa
perché la crisi strutturale globale e – spero – finale del capitalismo
offre politicamente un enorme e pericoloso spazio di azione. Torna ad
essere vera l’alternativa detta da Rosa Luxemburg: la crisi
capitalistica lasciata alla sua spontaneità, non produce il superamento
del capitalismo, bensì barbarie. Per questo è stupido litigare sul
riformismo, esso non è più possibile, arriva la barbarie, se non si
incomincia a pensare ad agire l’alternativa, detta socialismo o come
altro si deciderà. La crisi consiste soprattutto nell’incapacità del
capitalismo di costruire una sua classe dirigente decente, basta passare
in rassegna da Trump, Hollande, Sarkozy, il re di Spagna (aggiungerei
quanto a impresentabilità perfino il nemico necessario, il nordcoreano
Kim). Lascio i nostri per carità di patria. Agli estremi questo
capitalismo incapace potrebbe ricorrere alla sua arma assoluta che è la
guerra, ma oggi la guerra atomica è certo la fine del capitalismo, ma
insieme la fine del mondo civile.
Che cosa pensi del Movimento 5 Stelle?
Che sono una riedizione aggiornata del qualunquismo. Sono qualunquisti.
Quanto
fa paura il ritorno di Berlusconi, che pure non riesce a mettere
insieme la compagine di governo della Destra, se non nelle liste
elettorali e forse nemmeno in quelle?
Berlusconi non è meno o più
ridicolo di altri, come non vederne la levatura e l’incapacità di dire
qualcosa di razionale, a parte che è un personaggio colpito dalla
giustizia per cause affatto eroiche.
Molti, a sinistra, sono tentati dall’astensione…
Astenersi
significa semplicemente far sì che Renzi abbia una facilità in più,
essere il 45% del 30% è ben diverso che essere il 40% dell’80%.
E
in tanti non vedono l’ora che le elezioni finiscano. Non credi che il
giorno dopo le elezioni, oltre coalizioni e schieramenti in campo e dopo
la rottura dell’esperienza positiva del Brancaccio, a sinistra
bisognerà pure tornare a lavorare, tutti, alla nascita di una nuova
forza di sinistra alternativa? C’è spazio ancora per l’unità a sinistra?
Sì,
bisognerà continuare a parlare ed agire in tante e tanti, ad agire
nello spazio e nel tempo perché il popolo trovi coscienza e usi il suo
potere: la democrazia significa Potere al popolo, che ne ha esercizio
diretto.