il manifesto 19.10.17
Incontri Gramsci nello spazio europeo
Si
conclude oggi Gramsci in translation: crisis, hegemony and revolution’s
in today’s Europe, organizzato dal gruppo Gue/Ngl in collaborazione con
la International Gramsci Society Italia presso la sede del Parlamento
europeo di Bruxelles
di Eleonora Forenza e Guido Liguori
Gramsci
entra nel Parlamento europeo, o meglio «fa irruzione» nelle aule di
Bruxelles, a partire dall’urgenza di una rottura nel presente: dalla
necessità di ripensare la rivoluzione nello spazio europeo contemporaneo
e di reinventare il progetto europeo rompendo la governance
neoliberista e i processi di passivizzazione di massa che connotano
l’architettura economica e istituzionale dell’Unione europea.
Radicare
un lavoro di traduzione delle parole di Gramsci nello spazio europeo e a
partire dalle domande dal presente, ripensare le forme di una lotta per
l’egemonia nella crisi del neoliberismo (o nel capitalismo come
continua crisi-ristrutturazione): è una sollecitazione che ci viene
dall’America latina, dove l’utilità teorica e politica di Gramsci nella
conoscenza-trasformazione del presente è diffusamente praticata, così
come nel dibattito politico spagnolo. Ed è una sollecitazione che emerge
soprattutto da un pensiero politico, quello gramsciano, che ha fatto
della traduzione e della traducibilità un suo architrave: a partire
dalla traducibilità del metodo della rivoluzione tra Oriente e
Occidente, tra passato e presente.
Gramsci in translation: crisis,
hegemony and revolution’s in today’s Europe, organizzato dal gruppo
Gue/Ngl in collaborazione con la International Gramsci Society Italia
presso la sede del Parlamento europeo di Bruxelles (nelle giornate di
ieri e oggi), è un primo esperimento di un lavoro di traduzione di
Gramsci tra passato e presente nello spazio europeo che la Igs Italia
intende promuovere.
Un’occasione che sta mettendo a dialogo
studiose e studiosi di Gramsci, parlamentari eureopee/i di diverse
delegazioni e partiti (Altra Europa, Izquierda Unida, Partito della
sinistra europea, Rifondazione comunista, Unità popolare, Bloco de
Izquierda, Die Linke, Podemos). Abbiamo pensato a questo incontro e a
questo metodo anche perché ci pare necessario ritradurre la diade
gramsciana specialista + politico: sottrarci oggi alla riduzione della
politica a tecnicalità specialistica che amministra l’esistente e alla
riduzione della ricerca a un iper-specialismo che la neutralizza.
La
domanda che proveremo a tradurre nella Europa di oggi è quella alla
base della riflessione carceraria: «come si forma il movimento storico
sulla base della struttura?», articolando la discussione in quattro
panel. Come si può interpretare e combattere l’intreccio tra
restaurazione neoliberista e la forma di gigantesca rivoluzione passiva
che essa assume in Europa, dove la governance agisce sia sottraendo il
progetto europeo all’azione delle classi subalterne sia continuando a
dispiegare i propri apparati egemonici attraverso lo Stato-nazione? Come
possono le classi subalterne praticare autodeterminazione: rideclinando
il popolare-nazionale, interpretando la ragione populista o immaginando
un cosmopolitismo di tipo nuovo nello spazio europeo? Come si forma il
senso comune oggi? E, dunque, come si può costruire un nuovo senso
comune alla luce della inedita pervasività della disciplina neoliberista
e del suo apparato massmediatico?
Infine, ottanta anni dopo la
morte di Gramsci e cento anni dopo l’Ottobre, come ripensiamo la
rivoluzione nella crisi dell’Unione europea? Come si combatte una lotta
per l’egemonia sul significante Europa?
Nel ritradurre il problema
della rivoluzione tra Oriente e Occidente come guerra di posizione,
Gramsci riflette sui processi di formazione della personalità, sulla
formazione delle volontà collettive, sulla materialità della lotta per
l’egemonia qualificandoli spesso con un aggettivo: molecolare.
Molecolare è oggi il lavoro politico che dobbiamo compiere per
connettere condizione e coscienza, sociale e politico, lotte e conflitti
contro la disgregazione (altra parola chiave nel lessico gramsciano,
non a caso a partire dalla Questione meridionale, che oggi ha assunto
anche una dimensione continentale) che il neoliberismo produce sempre
più intensamente.
Infine, partire dal presente significa anche
confrontarsi col movimento che oggi con più forza tenta una traduzione
tra dominio di classe, di genere, di razza: il movimento
trans-femminista, soggetto di una trans/lation che ha dimensione
mondiale. La vita è sempre rivoluzione: è una frase che Gramsci ha
scritto nel 1917 e ha praticato durante tutta la sua esistenza. Ora sta a
ciascuna e ciascuno di noi tradurla nel presente, nelle nostre vite.