venerdì 27 ottobre 2017

Il Fatto 27.10.17
Rai: Gabanelli martedì va via, ma il Cda non decide
Il 31 scade l’autosospensione - Ultima offerta che sa di beffa: un programma sul sito di Rainews. Conti in rosso in azienda
di Gianluca Roselli

Ancora nulla di fatto su Milena Gabanelli. Ieri a Viale Mazzini è andato in scena l’ultimo Cda prima della scadenza dell’aspettativa che la giornalista si è presa in polemica con i vertici Rai per il congelamento del progetto del portale web Rai24. L’aspettativa scade lunedì 30 ottobre e Gabanelli non ha ancora ricevuto notizie dal dg Mario Orfeo. I due si incontreranno nelle prossime ore, ma qualche scambio telefonico nei giorni scorsi l’hanno avuto.
Sul portale, come ha detto anche ieri Orfeo in Cda, la linea di Viale Mazzini non cambia: si ribadisce l’offerta per la vicedirezione di Rainews con delega al web, proposta che l’ideatrice di Report ha già rifiutato, motivo per cui si è messa in aspettativa. Gabanelli, però, ha fatto alla Rai una controfferta: un ritorno in video con un programma di 5-10 minuti tutte le sere su Raiuno dopo il Tg delle 20. La stessa collocazione che vide il successo de Il Fatto di Enzo Biagi. Un programma per analizzare un evento della giornata con la lente del data journalism. Al momento, però, Orfeo avrebbe chiuso anche a questa ipotesi, con il motivo che i palinsesti ormai sono già definiti e una trasmissione dopo il Tg1 farebbe sballare gli orari delle altre trasmissioni. Il dg, a quanto pare, ha rilanciato con l’offerta di un programma di approfondimento da collocare all’interno del sito di Rainews.it. Insomma, niente ritorno in video, ma una trasmissione sul web. Ora la palla è di nuovo al centro del campo e solo un incontro tra il direttore generale e la giornalista potrà sbloccare la situazione. Altrimenti la Rai rischia di perderla.
Durante il Cda di ieri, intanto, sono stati presentati i conti del primo semestre 2017 dove si registra una perdita di 2,2 milioni di euro, mentre nello stesso periodo del 2016 l’azienda era in utile di 33,4 milioni. Una bella differenza che Viale Mazzini spiega con la diminuzione del 3,8% dei ricavi del canone, pari a 35,4 milioni. Calo dovuto alla riduzione del canone da 100 a 90 euro, oltre a quella dal 67% al 50% della quota a favore di Rai dei maggiori importi derivanti dalla riscossione del canone in bolletta. Scendono dell’8,2% anche i ricavi pubblicitari. Nonostante il calo di ascolti e il flop di alcuni programmi traino, la Rai mantiene la leadership nazionale sull’intera giornata (37,2% di share) e sul prime time (39,3%).
Ieri, intanto, è arrivato in Cda anche il contratto di servizio, ovvero il documento che mette dei punti fermi sulla mission della tv di Stato per i prossimi cinque anni. Il testo, tra le altre cose, prevede un canale in lingua inglese per raccontare l’Italia nel resto del mondo; l’obbligo per la tv pubblica di acquistare trasmissioni anche da piccoli produttori indipendenti; l’input a regolare la querelle in atto con Sky affinché tutti i canali Rai siano visibili su questo tipo di piattaforma; prepararsi alla nuova generazione del digitale terrestre nel 2022, con il riassetto delle frequenze e la liberazione da parte di tutti i canali della banda 700. Il testo, però, non è stato votato da tutti. Franco Siddi, per esempio, si è astenuto in polemica col fatto che il documento è giunto ai consiglieri solo mercoledì a mezzogiorno.