Il giorno che Scalfari confessò di essere dio
di Bruna Magi
Uno degli aneddoti più godibili che Anna Maria Mori, inviato di Repubblica (fu tra i fondatori), poi caporedattore di Anna, racconta nel suo Origami. Figure e figurine del mio Novecento (Einaudi editore, pag.136, euro 19) riguarda il suo ex direttore, Eugenio Scalfari: lo definisce molto bello e sottolinea che «invecchiando lo sarebbe diventato ancora di più». De gustibus. Ma nel contempo lo racconta come un despota, visto che dichiarava alla redazione:«Ricordatevelo, io non sono il direttore, sono Dio».
E quando, con l'evolversi dell' emancipazione femminile, qualcuno gli propose almeno una vicedirezione al femminile, lui rispose: «Le donne sono api operose. E basta». Sarebbe da «processare ideologicamente come antifemminista», ma lui è Scalfari, guai a toccarlo, chissà perchè le donne non si ribellano.
Se pensate che ammetteva pure di non sapere (un direttore!) con quale taglio affrontare la grande cronaca, tipo un terremoto...Il resto del saggio della Mori prosegue piacevolmente, senza eccitanti scossoni, in un itinerario parallelo tra i fatti e i personaggi (tra politica e cinema, giornalismo e letteratura) che li hanno interpretati, e dei quali già un po' sapevamo. Tipo la quasi patetica inclinazione all' innamoramento per dive irresistibilmente egoiste (Dunaway, Deneuve) di Marcello Mastroianni, i capricci di Romy Schneider, la diffidenza indifferente di Sordi verso il genere umano.