venerdì 9 dicembre 2016

Repubblica 9.12.16
Il comitato del No diventa movimento “I nuovi Girotondi”
Il comitato del No uscito vittorioso dal referendum costituzionale è articolato in 750 comitati locali diffusi in tutta la penisola
Rodotà e Pace: “Il Colle ci consulti, diamo voce ai cittadini”
Le tappe: Italicum e referendum Cgil
di Giovanna Casadio

ROMA. A Marconia, frazione di Pisticci, difficilmente molleranno. Per citare un luogo, in provincia di Matera, dove il comitato per il No al referendum costituzionale ha riunito 50 persone, praticamente una folla. Che il comitato del No - di Zagrebelsky, Pace, Rodotà, Grandi, Villone, Vita e Falcone - avrebbe avuto vita dopo il referendum del 4 dicembre, era scommessa di pochi. Ma sarà così. Mercoledì prossimo prima riunione della fase numero due sulla legge elettorale, a gennaio assemblea con tutti i comitati locali. Pancho Pardi, che fu leader dei Girotondi, e che ha fatto 76 assemblee pubbliche per il No al referendum negli ultimi tre mesi, ricostruisce: «In realtà ce lo siamo detti subito: se vinciamo, non dobbiamo mollare. Nascerà un movimento? Forse sì, ce n’è richiesta. Simile a quello dei Girotondi? Ci sono molte analogie, ma oggi ci sono tantissimi giovani».
Ecco i giovani e la domanda di continuare la mobilitazione giunta dai circa 750 comitati del No sorti in tutta Italia. Sono questi gli ingredienti del “dopo” 4 dicembre. Stefano Rodotà, costituzionalista, intellettuale che piaceva ai grillini come presidente della Repubblica, segnala: «L’anno prossimo ci saranno occasioni per fare sentire la voce dei cittadini». Ci sono infatti i referendum della Cgil (se la Cassazione darà il via libera), su voucher e articolo 18. «Torneremo al protagonismo dei cittadini che hanno dimostrato di volere esercitare le loro prerogative in proprio», analizza Rodotà.
Potrebbe abbattersi un altro “giudizio di dio” su chiunque sarà al governo. Marina Carpani, dei comitati degli studenti per il No, rivendica il «No dei giovani». Le organizzazione studentesche si vogliono riprendere la scena e la politica. Sui futuri referendum si mobiliteranno e intanto hanno preparato un video per spiegare che il movimento continua a vivere. Un movimento del “No sociale”.
«Non c’entra affatto la forma- partito, ma si tratta di mantenere una mobilitazione e di essere soggetto civile nella partita politica », riflette Vincenzo Vita. Massimo Villone, costituzionalista, ex senatore dei Ds, ironizza: «Io se si trattasse di fare un partito non ci starei, non rientro nel circo equestre... ». Il momento è delicato. In una conferenza stampa con Alessandro Pace, il presidente, il comitato ha gettato un sasso nello stagno: «Il presidente della Repubblica dovrebbe consultare anche noi al Quirinale per la crisi». Irrituale. Però - spiega Alfiero Grandi - rappresentiamo un pezzo di paese che ha battuto un colpo, con Smuraglia dell’Anpi, la Cgil, l’Arci. Ci hanno dato dei “professoroni”, dei “gufi”: lo ritengo un omaggio. Abbiamo tante cose da dire su legge elettorale e manutenzione della Costituzione». C’è vita al di fuori dei Palazzi della politica tradizionale e la stravittoria del No - dice Grandi - è bene che non se la intestino i partiti politici, perché il movimento è stato assai più capillare, diffuso. La voce dei cittadini. Il gruppo di testa, anche con Sandra Bonsanti, Tina Stumpo (sorella del dem Nico), Pardi appronterà una bozza di iniziative.