mercoledì 12 settembre 2018

Repubblica 12.9.18
L’asse anti-Trump
La nuova alleanza tra Putin e Xi è un piatto da cento miliardi
I leader cinese e russo si sono incontrati a Vladivostok: maxi intese commerciali e grandi esercitazioni militari
di Rosalba Castelletti


La Russia guarda sempre più verso Est. Nello stesso giorno in cui, nella Siberia orientale e nell’Estremo Oriente russo, prendeva il via Vostok- 2018 (Oriente-2018), la più imponente esercitazione militare russa dai tempi della Guerra fredda con la partecipazione anche di unità cinesi e mongole, a Vladivostok iniziava il Forum economico che, a fine serata, ha visto il leader del Cremlino Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping fianco a fianco ai fornelli in grembiule blu per preparare dei succulenti blini, sorta di crêpes russe. La prova di un’alleanza sempre più estesa tra Mosca e Pechino, sebbene perlopiù di convenienza: una risposta alla «politica di azioni unilaterali e di protezionismo commerciale » degli Stati Uniti, come hanno convenuto i due leader, senza mai nominare Donald Trump.
Per anni le relazioni tra i due Paesi che condividono 4.200 chilometri di confine sono state altalenanti. Nel 1969 si rischiò persino un conflitto tra Cina e allora Urss. Benché in seguito le due potenze abbiano risolto le loro dispute territoriali, Mosca ha sempre visto Pechino come una minaccia ai confini delle regioni scarsamente popolate, ma ricche di risorse, della Siberia orientale ed Estremo Oriente Russo un tempo rivendicavate dalla Cina. Ora la percezione è cambiata, come sostiene Aleksandr Gabuev del Moscow Carnegie Center. Lo dimostrano bene le manovre Vostok-2018, in corso fino a sabato, le più grandi esercitazioni da Zapad- 81 (Occidente-81) che avvennero ai tempi dell’Urss sotto Leonid Breznev e coinvolsero i Paesi del defunto Patto di Varsavia.
L’Esercito di liberazione popolare ( Pla) cinese ha inviato 3.200 uomini, 30 mezzi aerei, 900 carri armati e mezzi corazzati. A ben guardare un contributo esiguo se paragonato alle due flotte navali e ai 300mila soldati, 36mila veicoli corazzati e oltre mille velivoli militari e schierati dall’esercito russo. Non è neppure la prima volta che Mosca e Pechino conducono esercitazioni militari congiunte. Era accaduto già in passato nell’ambito di partnership internazionali. Quel che è inedito è che si tratti delle prime manovre militari domestiche russe a cui è stata invitata una potenza straniera che non faccia parte dell’ex Urss. Il messaggio, come sintetizza Gabuev, è rivolto anche all’Occidente. Se Usa e Ue continueranno a isolarla, la Russia sarà costretta a guardare sempre più verso Est e a stringere alleanze che alla Nato non piacciono.
Su questa linea vanno anche le intese siglate a Vladivostok, come la joint venture da due miliardi di dollari tra il colosso cinese dell’e- commerce Alibaba di Jack Ma e il gigante informatico russo Mail.ru dell’oligarca Alisher Usmanov, con l’auspicio di portare entro fine 2018 gli scambi commerciali a quota 100 miliardi di dollari dopo gli 87 miliardi realizzati lo scorso anno.