lunedì 10 settembre 2018

Il Fatto 10.9.18
Svezia sempre più nera: anti-Ue vicini al 20%
Gli exit poll - Peggior risultato di sempre per i socialisti (25%). Testa a testa per il secondo posto
di Giampiero Gramaglia


I socialdemocratici svedesi restano il primo partito, anche se ottengono il peggior risultato dal 1908 a oggi, con poco più del 25% dei suffragi. La destra populista e xenofoba dei Democratici svedesi (Sd) non sfonda: aumenta i suffragi e contende – e forse strappa – il secondo posto ai Moderati di centro, ma resta, però, al di sotto del 20%, che i sondaggi le accreditavano.
Le indicazioni, provvisorie, vengono da due exit-poll diffusi a seggi chiusi: c’è consenso sull’affermazione dei socialdemocratici, mentre Moderati e Sd si contendono la seconda piazza, entrambi sotto al 20%. Sarà la conta dei voti notturna a fornire la composizione del nuovo Riksdag.
Il voto svedese stempera, in parte, le ansie europee per l’avanzata di forze euroscettiche, sovraniste e nazionaliste, ma lascia aperte molte ipotesi sulla formazione del nuovo governo, che dovrà essere necessariamente di coalizione – gli svedesi ci sono abituati – e che potrebbe essere di minoranza – anche questa non sarebbe una novità – L’ipotesi di una Swedix, cioè di un’uscita della Svezia dall’Ue, caldeggiata dagli Sd, sembra comunque scongiurata.
Il voto frammenta la composizione del Parlamento e lascia in equilibrio i due blocchi di centro-sinistra e di centro-destra, accreditati entrambi del 40% circa dei seggi (con prevalenza al centro-sinistra). Bene sono andati alcuni partiti minori, come la Sinistra degli ex comunisti, che raddoppia i suffragi e sfiora il 10%, e il Centro e i cristiano-democratici. Dati che confermano la disaffezione dai maggiori partiti e un quadro politico in evoluzione.
Secondo le indicazioni raccolte dalla tv di Stato svedese, ben il 41% degli elettori, due su cinque, hanno cambiato la loro scelta, rispetto al voto del 2014, e il 38% ha deciso il suo voto nell’urna (anche quattro anni fa erano stati molti, il 33%). Il premier uscente Stefan Lofven ritiene che gli elettori “abbiano scelto di continuare a far evolvere la nostra società basata sul welfare”. nessun commento dal leader degli Sd, Jimmie Akesson.
La giornata elettorale, che ha visto un’affluenza ai seggi elevata com’è tradizione – in Svezia, supera in genere l’80% – è stata segnata dalla presenza – senza precedenti a queste latitudini – d’osservatori dell’Osce, sollecitati, forse, da una campagna aspra, in gran parte incentrata sull’immigrazione e segnata da episodi di violenza, oltre che da minacce di morte ad Akesson “firmate” dall’Isis.
La cronaca segnala aggressioni ad elettori e giornalisti in diversi seggi a Boden, Ludvika e Kungalv, ad opera di neonazisti del Movimento di resistenza nordica: lo riferisce lo Svenska Dagbladet, che parla di panico fra le persone in coda per votare. Un’altra formazione di estrema destra, Alternativa per la Svezia, avrebbe invece infranto il silenzio elettorale. Il tabloid Expressen riferisce, per altro, la denuncia di una candidata degli Sd, che sarebbe stata verbalmente aggredita da due giovani.
A Sjobo, nel sud del Paese, invece, un episodio più in linea con la tradizione democratica svedese: Lars Lundberg, candidato cristiano-democratico, ha offerto salsicce gratis ai primi mille elettori. Intervistato dal Guardian, Lundberg non ha escluso un’eventuale alleanza di governo del centro-destra con gli Sd: “Se loro vorranno sostenere un governo che attui politiche normali, va bene. Meglio averli dentro lo steccato che fuori”.