mercoledì 12 luglio 2017

il manifesto 12.7.17
Speranza: «Svolta, o il governo cerchi i voti forzisti». «Insieme» verso una cabina di regia
Alla direzione di Mdp. Bersani nega dissapori con D'Alema, poi rassicura Pisapia: «Non faremo un cartello elettorale». Ma Art.1 non si scioglie
di Daniela Preziosi

La svolta non arriva, l’agenda economica e sociale del governo Gentiloni resta quella di Renzi, «nonostante la differenza di toni». Ma «senza svolta si andranno a prendere i voti di altri». All’apertura dell’affollatissima direzione di Mdp, ieri a Roma al Centro Congressi Cavour, Roberto Speranza lancia un avviso al governo. È un classico «svolta o rottura»: Mdp non sarà la stampella del governo ’a prescindere’. Il redde rationem è rimandato alla sessione di bilancio. Ma ormai ci siamo: il partito nato perché il Pd di Renzi non garantiva «l’appoggio convinto a Gentiloni» ora minaccia di ritirare il proprio appoggio. Com’era prevedibile, dal Pd renziano partono sghignazzi.
Speranza tira dritto: «Gentiloni i voti li può prendere dalla destra, che sembra più vicina alle politiche di Renzi». Poco dopo Massimo D’Alema spiegherà che fosse per lui «il tema del governo si potrebbe aprire subito, sul dl banche». Mdp ci pensa. Quando sarà, comunque, il Pd sarà costretto a cercare l’appoggio di Forza Italia: e per Renzi non sarà un buon avvio di campagna elettorale. Mdp dunque «inizia l’operazione di sganciamento», ammette Arturo Scotto. E il presidente toscano Rossi: «Se si pensa che dobbiamo continuare a votare per senso di responsabilità, o peggio se dovesse continuare il soccorso azzurro come sui voucher, è bene che il soccorso rosso cessi».
La svolta annunciata è impegnativa. Ma la direzione è riunita a pieni ranghi – presenti da D’Alema, ai capigruppo Laforgia e Guerra, a Bersani, a tutta la componente di Campo Progressista, da Ciccio Ferrara al vicepresidente del Lazio Smeriglio, assente Pisapia che della direzione non fa parte – perché all’ordine del giorno c’è il tema del dopo Santi Apostoli. Materia incandescente per la fase di start up della nuova «cosa». Insieme chiede a Pisapia di mettersi davvero a coordinare una cabina di regia. L’ex sindaco intanto lavora al un manifesto che dovrebbe essere pubblico a ore.
C’è la delicata questione dello scioglimento di Mdp, chiesta da Campo progressista. Mdp la respinge. «Mettiamo una moratoria sulla parola scioglimento», spiega anzi Speranza, «Non si tratta di sciogliere, ma di costruire. Una lista? Non solo. L’obiettivo è costruire una nuova grande forza progressista e di centrosinistra». Il tema, va detto, è un pezzo di un ragionamento sul futuro di «Insieme», o come si chiamerà. Più precisamente sulla forma del soggetto politico. E chi viene dalla sinistra sinistra ha un certo know-how di liste unitarie con il meccanismo di autodistruzione incorporato. «Il tema non è lo scioglimento», spiega Ciccio Ferrara, capofila dell’area Pisapia alla camera, «ma evitare di finire costretti a un cartello elettorale, o una federazione: tutte esperienze già fatte a sinistra, e finite in successive rotture. Noi invece, come dice anche Bersani, stiamo percorrendo una strada che ci porta a un nuovo soggetto politico». La cabina di regia «verso la quale fare una cessione di sovranità per cominciare a camminare insieme può essere una prima soluzione», conclude Ferrara. Intanto però Mdp organizza dove riesce le sue «Feste del lavoro», e continua il suo tesseramento.
Dalla cabina di regia si potrà affrontare finalmente anche la questione delle alleanze. Speranza spalanca le braccia verso i militanti delusi del Pd e verso «chi sta a sinistra del Pd, in modo particolare a Civati e Possibile, a Sinistra italiana e a chi si è riunito al Teatro Brancaccio. Partiamo dall’agenda e vediamo chi ci sta. Ma il nostro obiettivo non è un cartello elettorale per arrivare alle politiche e poi si sfascia tutto: sarebbe poco credibile». Ora si attende una risposta da Pisapia che, a quanto si sa, esclude la riedizione di una «cosa rossa».
Infine i dissapori fra D’Alema e Bersani. Naturalmente smentiti. D’Alema chiede di formalizzare il coordinamento di Insieme: tutti d’accordo. Bersani non interviene, ma poi ai cronisti assicura: «Non c’è nessuna discussione fra noi, né fra noi e Pisapia». E rassicura anche l’ex sindaco: «Non facciamo un cartello elettorale, al voto ci sarà una lista unica che dirà che non siamo solo una lista, ma stiamo avviandoci verso la costruzione di una forza politica progressista di centrosinistra». Quando? «Non ho l’orologio. Ma so che la stiamo costruendo aprendoci, senza gelosie e solitudini».