giovedì 6 luglio 2017

Il Fatto 6.7.17
Dietrofront renziano in Senato, ora il Pd teme l’effetto boomerang
Autogol - L’interrogazione non va in aula oggi, difficilmente prima della pausa estiva
di Wanda Marra

Il Pd non ha più tanta fretta di discutere l’interrogazione sul ruolo dei carabinieri del Noe e della Procura di Napoli, che si sono occupati per primi dell’inchiesta su Consip, la centrale acquisti. Inchiesta che coinvolge anche Tiziano Renzi e il ministro Luca Lotti. “Ma perché dobbiamo riaprire questa questione? Perché dobbiamo metterla noi sotto i riflettori un’altra volta? Non vale la pena, non ci conviene”, raccontavano ieri i fedelissimi di Matteo Renzi.
Nell’interrogazione urgente a risposta orale al ministro dell’Interno, Marco Minniti, al ministro della Giustizia, Andrea Orlando e a quello della Difesa, Roberta Pinotti, anche se non nominati, finiscono sotto accusa Woodcock e Scafarto. Più volte Renzi nelle ultime settimane ha sostenuto di volere verità sulla questione. Ma l’effetto boomerang è un rischio. E così, mentre Luigi Zanda (capogruppo e primo firmatario) dichiarava al Fatto martedì che l’interrogazione sarebbe stata calendarizzata il prima possibile, ora le intenzioni non sembrano più quelle. Tanto è vero che a mezza bocca lo stesso Zanda viene indicato come il responsabile di una strategia non brillante.
L’interrogazione non verrà discussa oggi, nel primo momento che il Senato dedica proprio a questo. È stata depositata e annunciata in aula martedì pomeriggio, dopo la capigruppo. L’articolo del Regolamento di Palazzo Madama che fa fede è il 151: “Sulla richiesta dell’interrogante o del governo che a una interrogazione da svolgersi in Assemblea sia riconosciuto il carattere d’urgenza, giudica il presidente, il quale può disporne lo svolgimento immediato o nella seduta del giorno successivo, salva sempre la facoltà del governo prevista dal comma 3 dell’articolo 148”. Comma che dice: “Il governo ha facoltà di dichiarare all’Assemblea, indicandone i motivi, di non poter rispondere o di dover differire la risposta ad altro giorno determinato”. Insomma, starebbe al governo o all’interrogante sollecitare l’iter. La capigruppo non è determinante, ma resta comunque un momento utile per tale sollecito.
Il 13 e il 27 ci sono sedute del Senato destinate alle interrogazioni ma è improbabile che il caso Consip torni in aula. Ieri nel Pd del Senato raccontavano che tocca al governo decidere quando rispondere, o che in questo momento ci sono cose più urgenti, e quindi è difficile che se ne parli prima della pausa estiva. Il tempo c’è, la volontà politica sembra essere venuta meno.