mercoledì 12 luglio 2017

Il Fatto 12.7.17
Il decreto vaccini si blocca: mancano ancora i soldi
In aula - Iniziata la discussione per la conversione in legge. La commissione Bilancio avverte: mancano le coperture per gli operatori. Si valuta se porre la fiducia
di Virginia Della Sala

Non ci sono i soldi per assicurare la copertura vaccinale per il personale sanitario e degli insegnanti e le associazioni si oppongono alla possibilità di vaccinare nelle farmacie: la storia del decreto vaccini, che deve essere convertito in legge, continua ad avere le criticità di una scelta frettolosa e senza un esito certo. E ora il governo potrebbe anche decidere di non porvi la fiducia.
Tanto più che una delle argomentazioni con cui la relatrice in Commissione Igiene e Sanità del Senato, Patrizia Manassero (Pd), ieri ha aperto la discussione generale sul decreto vaccini ha il sapore di una concessione. Cerca di mitigare la portata impositiva del provvedimento che rende obbligatoria la somministrazione – ai bambini tra 0 e 16 anni – di dieci vaccini per l’iscrizione a scuola: “Restano obbligatori i vaccini contenuti nell’esavalente – spiega la Manassero – ma per gli altri quattro sarà un obbligo condizionato su base triennale e dipendente dagli obiettivi e le coperture raggiunte”.
Tradotto: fra tre anni il ministero della Salute potrà verificare le coperture raggiunte e, sentiti il consiglio superiore della Sanità e la Conferenza Stato – Regioni, decidere di sospendere l’obbligatorietà. Intanto, l’obbligo resta, nonostante le pregiudiziali di costituzionalità sollevate ieri dalle opposizioni e sulle quali il Senato ha votato contro. A opporsi, anche i tre gruppi berlusconiani di Forza Italia, della Federazione per la Libertà di Gaetano Quagliariello e del gruppo Gal.
La discussioneproseguirà oggi 8il voto dovrebbe esserci giovedì), insieme alle proteste dei genitori e delle famiglie riunite attorno palazzo Madama. Bisognerà capire se sarà confermata l’intenzione di porre la fiducia sul testo licenziato dalla Commissione. Lunedì, infatti, il consiglio dei Ministri aveva autorizzato a porre la questione di fiducia sul decreto. Ieri, però, nel corso della discussione, è stato subito chiaro che ottenerla potrebbe non essere così scontato. “Sarebbe un insulto al Paese – ha detto il capogruppo di Forza italia al Senato, Paolo Romani, nel suo intervento – un calcio in faccia a chi vuole discutere di questi temi. Votiamo contro le pregiudiziali ma siamo favorevoli a una discussione parlamentare sul testo. È un tema che riguarda tutte le famiglie italiane”. In serata, Romani ha parlato di rassicurazioni da parte della maggioranza: “Non metteranno la fiducia”.
Stamattina, comunque, la Lega dovrebbe decidere se depositare la richiesta per il voto segreto su alcuni punti del testo (nel tentativo di influenzare la decisione sulla fiducia): ieri sono state raccolte le firme tra i vari gruppi di opposizione, da Sinistra italiana al M5S.
Il testo, che poi dovrà andare a Montecitorio, è comunque cambiato rispetto alla prima elaborazione del governo: i vaccini obbligatori sono stati ridotti e sono passati da 12 a 10. Esclusi l’anti meningococco B e C, che non saranno più obbligatori ma raccomandati (insieme al vaccino per il rotavirus e il pneumococco). Sono state poi ridotte le sanzioni per i genitori che non vaccinano i figli: nel decreto licenziato dal governo erano previste sanzioni comprese tra i 500 e 7.500 euro, ora passano a un massimo di 3500 euro. Via anche le segnalazioni alla Procura per valutare la perdita della patria potestà. Il testo contiene, inoltre, un emendamento che prevede l’istituzione dell’Anagrafe Vaccinale Nazionale, che registrerà la progressiva copertura degli italiani.
Le criticità. Due, al momento, i grandi problemi del decreto. Il primo riguarda l’emendamento di Forza Italia che apre alla somministrazione in farmacia, da parte dei medici, dei vaccini pediatrici. “In questo modo – hanno protestato ieri alcune associazioni di medici e pediatri – si rischia di perdere la tracciabilità della responsabilità”.
L’altro riguarda l’obbligo di vaccinazioni anche per gli operatori sanitari, sociosanitari e scolastici.
L’emendamento, secondo il presidente della Commissione Bilancio del Senato Giorgio Tonini, non ha coperture finanziarie. “Bisogna trovare una soluzione finanziaria – ha detto ieri Tonini – , altrimenti resta improcedibile. Non discuto il merito, facciamo un vaglio della copertura e la copertura al momento non c’è. È necessario che ci presentino un testo che quantifichi l’onere e proponga una copertura finanziaria. Altrimenti non si può fare”.
di Virginia Della Sala